martedì 22 maggio 2012
Incontro: Persecuzione
Carissimi,
All’ultim’istante ce l’abbiam fatta a trovar un luogo d’incontro, quel venerdì 11 maggio. La desolata pizzeria Secchetti, nella qual il Club del Libro si è riunito nel corso degli ultim’anni: è fuggita! [Addio Itaca del Libro, Baluardo di Disperazion, Alla caduta Onore, Mai tanto la Vita, Elogio alla tua Resistenza]. Certo, da fin intenditori avevam odorato che non potessi riuscir ad aprir la tua porta ancor a lungo. Forse ch’il colpo final, te l’ha dato un “… voilá!” di troppo? Chi potrà dirlo! La tua scomparsa ci priva di un piccol privilegio e di certezza: non sarem più soli, unici, allegri clienti dei venerdì sera, dov’anche mai in futur. Spengiam, invece di gettar più luce infantile, la tua … fioca … piccol ... a-stella.
Andiamo alle circostanze dell’ultima serata. Il giudizio collettivo espresso su "Persecuzione. Il fuoco amico dei ricordi" di Alessandro Piperno é 3 (su 5).
Piperno non è una stella cadente ma un pianeta che ha intercettato la nostra rotta in precedenza (“Con le peggiori intenzioni”). Che dire di Persecuzione? Si sarebbe meglio titolato “Presunzione, il fuoco amico dei ricordi” (non spaventatevi: ci sono anche dei brownie points piú avanti). Il lettore non potrà non vantarsi di riconoscere film, libri ed autori in corso di lettura. Alla radio recentemente ho sentito: “i libri che parlano di altri libri è come se parlassero tra loro”. Bella vero? Beh, questo libro potrebbe scriverne un’altra: “i libri che ci fanno pensare che sappiamo che questo libro ci fa pensare ad altri libri, film o scrittori e che ci fa sentire per questo come se ci parlasse, ci fa sentire presuntuosi”. Non proprio la stessa, vero? Il libro non è presuntuoso. L’autore è chiaramente a qualche gradino di distanza da coloro ai quali ci fa pensare. Siamo coscienti che avesse disperato bisogno di raggiungere quota 416 (un bel numero) e che ne ha scritto un altro (… continua). Quegli indizi, quei momenti rivelatori, (non sarcastico >) quei momenti d’arte nella narrazione, quelle interminabili digressioni, quelle subordinate che cadono come meteoriti (neanche qui) sono sicuramente sparsi con maestria. Insomma: la g/classe. E poi … continua. C’è sesso, erotismo e volgarità (tutti banali): necessari a far vendere. Tollerabili? Cose brutte e delle quali vergognarsi ... Moralista: maddechéao! Ci sono anche bei (sarcastico) disegni a penna che all’improvviso una voce narrante ci introduce come … attenzione, attenzione, anzi lasciamo perdere! Ma che i genitori di Leo si fossero rifugiati in Svizzera durante la IIGM influenza la sua surreale apatia? Ci sono molti scrittori che fanno del paradosso un’arte. Piperno rende paradossale credervi. Arte? Forse. Quando lo rileggerò tra vent’anni capirò la sua grandezza? Vero è che (non sarcastico) il libro mi mette nella condizione di pensare e di promettere solennemente a me stesso di non cadere nell’apatia o nell’immobilità in qualsivoglia circostanza. Quando mi domando come avrei reagito se fosse successo a me, mi posso immaginare nella parte di Leo? Se dipendessi dalle persone intorno a me, se mi importassero quanto l’aria, se il loro giudizio fosse per me più importante del mio amore per la veritá e della mia fedeltà verso me stesso e se insomma fossi soggetto alla banalità dell’insicurezza e della vergogna … si, allora potrei trovarmi a vestire i panni di Leo. Rachel, la moglie, la madre (giudea ed italiana, figura crudele e perfetta sotto ogni punto di vista), l’amore dell’età adulta, l’amica-nemica, la coscienza, é quell’incognito che il prossimo più vicino ed intimo a noi sempre rimane. Rita ed Herrera, al contrario, sono tutto ciò che è distante e che è facile da capire, da disprezzare e che per questo al contempo vorremmo disperatamente poter imitare o poter (tristemente) essere. Personaggi magistralmente tracciati. Come lo è Camilla. Un libro che ognuno può leggere a modo proprio a seconda dei libri dei quali gli scaffali della sua libreria si sono riempiti nel passato. Il mistero più grande rimane Simona, a cui questo libro è dedicato. Anche il seguito è dedicato a costei?
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