Ci siamo incontrati un gruppo molto nutrito, ieri sera. Abbiamo parlato di Educazione siberiana, scritto da Nicolai Lilin. Il giudizio collettivo sul romanzo si riassume in un 2.9. Alcuni hanno letto il romanzo in un fiato altri non sono riusciti a finirlo. Com'è facile capire, ad alcuni il romanzo è piaciuto. Le "accattivanti" vicende narrate e l'abilità dell'autore nel farlo sono stati i motivi che li hanno spinti a non staccare gli occhi dalle pagine di questo romanzo. Altri invece sono stati delusi dal fatto che il romanzo non è forse null'altro che pura -ed a volte maldestra- finzione ed in alcuni punti falso storico. La storia del criminale buono, la lotta al potere costituito, la descrizione di un codice di (im?)moralità crimnale, le scene a volte macabre e truculente hanno suscitato in alcuni forti emozioni, passione, interesse e curiosità. In loro è anche sorto un piccolo conflitto generato dall'empatia provata nei confronti del protagonista. Altri lettori sono stati infastiditi dai dettagli storici -negligentemente- inesatti, dalla poco credibile storia di uno che è "troppo" come lo è il protagonista.
Ci siamo lasciati chiedendoci se ci troviamo di fronte ad una sfrontata bufala libraria o ad opera d'arte letteraria? Si tratta di puro genio d'artista? O piuttosto del risultato di un sapiente marketing editoriale? Che importa, lasciatemi dire, quando un libro provoca tanta discussione e tante domande come questo ha fatto. Leggerlo o non leggerlo? A voi la scelta.
domenica 3 luglio 2011
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