Serata club del libro 9-1-2015
“Ma si sono scatenati tutti gli elementi della Natura giusto stasera…?” É questo quello che pensavo venerdi sera mentre pedalavo contro il vento forza 6 con la pioggia che arrivava da tutte le direzioni. “Ma perché cavolo sono uscita? Saranno le maledizioni di Saramago: sicuramente qualcuno non avrá letto il libro!”
Carissimi amici lettori,
Anche questa volta ci siamo incontranti per discutere del nostro libro del mese: “Cecitá” di José Saramago. Vi assicuro che é stata dura tentare di essere presenti … Malgrado ció é stato quasi un plebiscito! Il libro ne valeva sicuramente la pena. É da tempo che non eravamo cosí in tanti: eravamo in 14! Naturalmente c’ erano i fedelissimi: Francesco, Dario, Alessandro, Pina, Myra, Claudio, Lida, Fabrizio, Giorgio e la sottoscritta. La sorpresa é che sono arrivati ad allietare la serata anche 4 nuovi lettori: Caterina, Paolo, Stefano e Bridget. Fortunatamente “quasi tutti” avevano letto il libro ;)….
Come di consueto, dopo i dovuti convenevoli e rispettando le nostre nuove regole c’ é stata una introduzione sul nostro autore da parte di colei che ha presentato il libro nella sessione precedente. Non ci é sconosciuto Saramago: nel passato abbiamo giá letto di lui altri 2 libri: “Memoriale del convento” (1982) e “Tutti I nomi” (1997). Nonostante ció l’ impatto con il soggetto del libro ci ha dato una una visione sottile ed approfondita della personalitá stessa dello scrittore: un vero manifesto del suo “pessimismo antropologico” direi. Il libro é stato pubblicato nel 1995. Questo libro ha probabilmente anche segnato il suo esordio a livello internazionale. Il romanzo successivo “Saggio sulla luciditá” puó essere considerato una sorta di “seguito” del nostro romanzo: il nostro nuovo amico Stefano lo stava giá leggendo. Tre anni dopo l’ autore riceveva il Premio Nobel per la Letteratura. Il suo stile fatto di frasi lunghissime, senza punti, con una interminabile serie di virgole e senza nomi é risultato ad alcuni un po’ stancante. Alcuni hanno definito questo stile faticoso: capire e seguire un dialogo senza i due punti e le virgolette (sebbene la lettera maiuscola venga usata) puó stonare il ritmo di lettura.
Non staró qui a tediarvi sulla trama che potete leggere dovunque sul web. La valenza simbolica del romazo é ció che lo ha reso cosí celebre. A tratti é addirittura violento e crudo nella descrizione delle conseguenze sulla natura dell’uomo di un ritorno a condizioni di vita per cosí dire “quasi primordiali”. Il romanzo descrive quella che é stata definita la “disumanizzazione” dei protagonisti. Come spesso succede nei romanzi di Saramago, da un fattore scatenante (la cecitá improvvisa del primo personaggio) che si verifica in un luogo ed in una situazione fuori dal tempo viene fuori una storia intricata che é solo lo spunto per descrivere con una lente di ingrandimento il comportatmento dell’ uomo ed il suo pensiero. La societá riportata in una situazione definita da alcuni critici di “tabula rasa” (tutti diventeranno infatti col tempo ciechi ) non é in grado di ricostruire se stessa e di riscattarsi con la solidarietá e l’ auito reciproco. La natura profondamente pessimistica del nostro autore traspare in ogni pagina del libro. La speranza é affidata ad una unica persona: “la moglie del medico”.
La discussione é stata subito molto accesa. “Si tratta di un lieto fine?” ha chiesto qualcuno. Non tutti erano dello stesso parere. Alla fine del libro, senza una ragione plausibile, si capisce che lentamente tutti riprenderanno la vista. Ha capito qualcosa l’ uomo? Ripercorrerá gli stessi sentieri? Si é riscattato? Sará in grado di costruire una societá migliore? Secondo alcuni di noi no: l’ uomo ripercorrerá le stesse strade che lo porteranno al malessere dell’ indifferenza. Secondo altri di noi in questa chiusura sarebbe ravvisabile la speranza di una societá migliore basata sulla presa di coscienza delle proprie limitazioni. Colei che scrive ci crede poco. Siete stati al cinema a vedere `The salt of the earth` ….? http://www.mymovies.it/film/2014/thesaltoftheearth/
Ad alcuni di noi il libro é piaciuto pochissimo. Secondo costoro i personaggi non vengono ben delineati ed approfonditi. La storia é un romanzo fantascientifico senza novitá particolari nello schema che caratterizza i grandi romanzi di questo “filone”. Beh… abbiamo concluso ammettendo che in qualche modo `Cecitá` con il suo tema fortemente sociale a cavallo tra fantascienza e pseudo realtá stimola sicuramente l´ immaginario ma non é un libro che si fa imprigionare in schemi definiti.
Il libro ha ricevuto durante la votazione un punteggio di 3,2.
Il nostro prossimo incontro si svolgerá tra 8 settimane a causa delle vacanze:
Venerdì 6 marzo 2015 alle ore 19:30.
C´incontreremo presso il Ristorante Pizzeria Pinsa’s in Spaarndammerstraat 772, 1013 TJ Amsterdam [zona Westerpark], per parlare di
`Canale Mussolini` di Salvatore Pennacchi proposto da Paolo
Una breve introduzione al libro la troverete qui sotto.
In prossimità della data del prossimo incontro invierò un messaggio per riportarvi l’evento di nuovo alla memoria.
Gli altri libri proposti nel corso della serata sono stati:
1. `Il centenario che saltó dalla finestra e scomparve` di Jonas Jonasson proposto da Caterina
2. `Otranto`di Roberto Cotroneo proposto da Alessandro (molto difficile da trovare in commercio)
3. `Colpa delle stelle` di John Green proposto da Bridget
4. `Ragtime`di Edgar Doktorow proposto da Francesco
5. `Dear life-Uscirne vivi` di Alice Munro proposto da Pina
6. `Follia` di Patrick McGrath proposto da Delia
Ci vediamo presto!
Delia
lunedì 26 gennaio 2015
venerdì 21 marzo 2014
Prossimo Club del Libro: venerdì 2 maggio 2014, h.19:30, L’amica geniale (Elena Ferrante)
Cari amici,
Il prossimo appuntamento si terrà venerdì 2 maggio 2014, alle ore 19:30, presso la pizzeria Pinsa's (Spaarndammerstraat 772, Amsterdam).
Leggeremo "L’amica geniale”, di Elena Ferrante.
Descrizione del libro:
Il romanzo, primo di una trilogia, comincia seguendo le due protagoniste bambine, e poi adolescenti, tra le quinte di un rione miserabile della periferia napoletana, tra una folla di personaggi minori accompagnati lungo il loro percorso con attenta assiduità. L'autrice scava nella natura complessa dell'amicizia tra due bambine, tra due ragazzine, tra due donne, seguendo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i buoni e i cattivi sentimenti che nutrono nei decenni un rapporto vero, robusto. Narra poi gli effetti dei cambiamenti che investono il rione, Napoli, l'Italia, in più di un cinquantennio, trasformando le amiche e il loro legame. E tutto ciò precipita nella pagina con l'andamento delle grandi narrazioni popolari, dense e insieme veloci, profonde e lievi, rovesciando di continuo situazioni, svelando fondi segreti dei personaggi, sommando evento a evento senza tregua, ma con la profondità e la potenza di voce a cui l'autrice ci ha abituati. Si tratta di quel genere di libro che non finisce. O, per dire meglio, l'autrice porta compiutamente a termine in questo primo romanzo la narrazione dell'infanzia e dell'adolescenza di Lila e di Elena, ma ci lascia sulla soglia di nuovi grandi mutamenti che stanno per sconvolgere le loro vite e il loro intensissimo rapporto.
Il prossimo appuntamento si terrà venerdì 2 maggio 2014, alle ore 19:30, presso la pizzeria Pinsa's (Spaarndammerstraat 772, Amsterdam).
Leggeremo "L’amica geniale”, di Elena Ferrante.
Descrizione del libro:
Il romanzo, primo di una trilogia, comincia seguendo le due protagoniste bambine, e poi adolescenti, tra le quinte di un rione miserabile della periferia napoletana, tra una folla di personaggi minori accompagnati lungo il loro percorso con attenta assiduità. L'autrice scava nella natura complessa dell'amicizia tra due bambine, tra due ragazzine, tra due donne, seguendo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i buoni e i cattivi sentimenti che nutrono nei decenni un rapporto vero, robusto. Narra poi gli effetti dei cambiamenti che investono il rione, Napoli, l'Italia, in più di un cinquantennio, trasformando le amiche e il loro legame. E tutto ciò precipita nella pagina con l'andamento delle grandi narrazioni popolari, dense e insieme veloci, profonde e lievi, rovesciando di continuo situazioni, svelando fondi segreti dei personaggi, sommando evento a evento senza tregua, ma con la profondità e la potenza di voce a cui l'autrice ci ha abituati. Si tratta di quel genere di libro che non finisce. O, per dire meglio, l'autrice porta compiutamente a termine in questo primo romanzo la narrazione dell'infanzia e dell'adolescenza di Lila e di Elena, ma ci lascia sulla soglia di nuovi grandi mutamenti che stanno per sconvolgere le loro vite e il loro intensissimo rapporto.
Incontro: Tra amici
Cari amici,
Nell’utimo incontro abbiamo parlato del libro “Tra amici”, dello scrittore israeliano Amos Oz.
il libro è un raccolta di storie di personaggi della pionieristica epopea dei kibbutz, ed è piaciuto (3,4 su 5) perchè ha portato elementi nuovi ed interessanti a riguardo di un contesto storico certamente attuale. La discussione è stata arricchita da coinvolgenti aneddoti sulla vita e la mentalità in Israele. Da leggere.
gli altri libri proposti nel corso della serata:
-Rachel Cusk - Arlington Pack
-Jocelyn Gaarder - Il mondo di Sofia
-Mohsin Hamid - Il fondamentalista riluttante
Nell’utimo incontro abbiamo parlato del libro “Tra amici”, dello scrittore israeliano Amos Oz.
il libro è un raccolta di storie di personaggi della pionieristica epopea dei kibbutz, ed è piaciuto (3,4 su 5) perchè ha portato elementi nuovi ed interessanti a riguardo di un contesto storico certamente attuale. La discussione è stata arricchita da coinvolgenti aneddoti sulla vita e la mentalità in Israele. Da leggere.
gli altri libri proposti nel corso della serata:
-Rachel Cusk - Arlington Pack
-Jocelyn Gaarder - Il mondo di Sofia
-Mohsin Hamid - Il fondamentalista riluttante
sabato 18 gennaio 2014
Prossimo Club del Libro: venerdì 14 marzo 2014, h.20, Tra amici (Amos Oz)
Il prossimo appuntamento si terrà venerdì 14 marzo 2014, alle ore 20 (nuovo orario!), presso la pizzeria Pinsa's (Spaarndammerstraat 772, Amsterdam).
Leggeremo "Fra amici", di Amos Oz.
Descrizione del libro:
Con poche pennellate precise, Amos Oz ricrea il microcosmo di un kibbutz israeliano negli anni cinquanta. Dal giardiniere timido e solitario che ha la passione di dare brutte notizie alla donna lasciata dal marito per un'altra che le vive praticamente accanto; dal mite elettricista che, con sbigottita discrezione, non riesce a capacitarsi dell'amore della figlia diciottenne per il suo insegnante di storia al falegname pettegolo che, in preda all'ira, si accanisce su un bambino per dare una lezione a chi ha maltrattato suo figlio; dalle tentazioni sensuali del segretario del kibbutz durante la sua ronda notturna allo struggente racconto agrodolce degli ultimi giorni di un calzolaio anarchico, appassionato di esperanto e del futuro dell'umanità. Infine, due scelte opposte di fronte al dilemma tra andare e stare: quella di Moshe, che confrontandosi con il padre malato in ospedale finisce per riconoscersi in tutto e per tutto membro del kibbutz, e quella di Yotam, che invece dentro il kibbutz soffre e vorrebbe andare a studiare in Italia, dallo zio che lì ha fatto fortuna. Un affresco popolato di personaggi che ritornano di storia in storia e che devono la loro forza a un'intensa, luminosa umanità.
Ciao!
Leggeremo "Fra amici", di Amos Oz.
Descrizione del libro:
Con poche pennellate precise, Amos Oz ricrea il microcosmo di un kibbutz israeliano negli anni cinquanta. Dal giardiniere timido e solitario che ha la passione di dare brutte notizie alla donna lasciata dal marito per un'altra che le vive praticamente accanto; dal mite elettricista che, con sbigottita discrezione, non riesce a capacitarsi dell'amore della figlia diciottenne per il suo insegnante di storia al falegname pettegolo che, in preda all'ira, si accanisce su un bambino per dare una lezione a chi ha maltrattato suo figlio; dalle tentazioni sensuali del segretario del kibbutz durante la sua ronda notturna allo struggente racconto agrodolce degli ultimi giorni di un calzolaio anarchico, appassionato di esperanto e del futuro dell'umanità. Infine, due scelte opposte di fronte al dilemma tra andare e stare: quella di Moshe, che confrontandosi con il padre malato in ospedale finisce per riconoscersi in tutto e per tutto membro del kibbutz, e quella di Yotam, che invece dentro il kibbutz soffre e vorrebbe andare a studiare in Italia, dallo zio che lì ha fatto fortuna. Un affresco popolato di personaggi che ritornano di storia in storia e che devono la loro forza a un'intensa, luminosa umanità.
Ciao!
Incontro: Ebano
Cari amici,
Abbiamo inaugurato l'anno parlando di Ebano, raccolta di esperienze attraverso l'Africa del giornalista polacco Ryszark Kapuscinski.
Il libro entra di diritto nella lista dei più memorabili e apprezzati tra quelli letti nelle nostre serate, guadagnando una media voto di 4,4 su 5: da leggere assolutamente.
gli altri libri proposti nel corso della serata:
-Nicholas Dunbar - Quei diavoli di derivati
-Edwin Abbott Abbott - Flatlandia
-Ernesto de Martino - Sud e magia
-Giovannino Guareschi - Il destino si chiama Clotilde
Abbiamo inaugurato l'anno parlando di Ebano, raccolta di esperienze attraverso l'Africa del giornalista polacco Ryszark Kapuscinski.
Il libro entra di diritto nella lista dei più memorabili e apprezzati tra quelli letti nelle nostre serate, guadagnando una media voto di 4,4 su 5: da leggere assolutamente.
gli altri libri proposti nel corso della serata:
-Nicholas Dunbar - Quei diavoli di derivati
-Edwin Abbott Abbott - Flatlandia
-Ernesto de Martino - Sud e magia
-Giovannino Guareschi - Il destino si chiama Clotilde
mercoledì 27 novembre 2013
Prossimo Club del Libro: venerdì 10 gennaio 2014, h.19:30, Ebano (Ryszard Kapuściński)
Il prossimo appuntamento si terrà venerdì 10 Gennaio 2014 alle ore 19 e 30 presso la pizzeria Pinsa's (Spaarndammerstraat 772, Amsterdam) per festeggiare degnamente il nuovo anno!
Leggeremo "Ebano" di Ryszard Kapuściński. In fondo a questa email una breve introduzione al libro.
gli altri libri proposti nel corso della serata:
Lunedì blu di Arnon Grunberg
Il paese che amo di Simone Sarasso
Stoner di John Williams
Buona lettura e al prossimo anno!
Giorgio
Club del libro Amsterdam
Nel libro il celebre reporter polacco racconta attraverso alcuni episodi significativi la sua lunga esperienza in Africa, un continente antico ed allo stesso tempo giovane e vitale, continuamente attraversato da violenti contrasti sociali e politici.
Dalla prima esperienza del 1957 nel Ghana da poco divenuto indipendente, seguita dai suoi continui viaggi per tutto il continente, fino agli ultimi recenti in Nigeria, Etiopia, Eritrea, Kapuściński racconta attraverso gli incontri con gente comune o persone che hanno lasciato il proprio nome sui libri di storia la genesi di una terra che dall'uscita dall'epoca del colonialismo è passata all'entusiasmo per l'indipendenza, alla disillusione per la corruzione dilagante e l'instabilità per le continue lotte di potere, ai continui colpi di stato, spesso legati alla coincidente guerra fredda.
"Questo libro non parla dell'Africa, ma di alcune persone che vi abitano e che vi ho incontrato, del tempo che abbiamo trascorso insieme. L'Africa è un continente troppo grande per poterlo descrivere." Kapuściński
Leggeremo "Ebano" di Ryszard Kapuściński. In fondo a questa email una breve introduzione al libro.
gli altri libri proposti nel corso della serata:
Lunedì blu di Arnon Grunberg
Il paese che amo di Simone Sarasso
Stoner di John Williams
Buona lettura e al prossimo anno!
Giorgio
Club del libro Amsterdam
Nel libro il celebre reporter polacco racconta attraverso alcuni episodi significativi la sua lunga esperienza in Africa, un continente antico ed allo stesso tempo giovane e vitale, continuamente attraversato da violenti contrasti sociali e politici.
Dalla prima esperienza del 1957 nel Ghana da poco divenuto indipendente, seguita dai suoi continui viaggi per tutto il continente, fino agli ultimi recenti in Nigeria, Etiopia, Eritrea, Kapuściński racconta attraverso gli incontri con gente comune o persone che hanno lasciato il proprio nome sui libri di storia la genesi di una terra che dall'uscita dall'epoca del colonialismo è passata all'entusiasmo per l'indipendenza, alla disillusione per la corruzione dilagante e l'instabilità per le continue lotte di potere, ai continui colpi di stato, spesso legati alla coincidente guerra fredda.
"Questo libro non parla dell'Africa, ma di alcune persone che vi abitano e che vi ho incontrato, del tempo che abbiamo trascorso insieme. L'Africa è un continente troppo grande per poterlo descrivere." Kapuściński
Incontro: Lettere contro la guerra
Cari amici,
l'8 di Novembre ci siamo ritrovati per il consueto appuntamento per confrontarci sul libro "Lettere contro la guerra" di Tiziano Terzani.
Il libro ha riscosso un notevole successo tanto da meritare un bel 4 su 5 come voto.
Il successo si attribuisce non solo per i contenuti facilmente condivisibili (anche se con le dovute distinzioni di cui riferirò) ma anche per la prosa decisamente ricercata che è stata particolarmente apprezzata dal gruppo.
La ricetta di Terzani contro la guerra è la conoscenza, una conoscenza profonda del "nemico" che viene privato della sua umanità e rappresentato nella pienezza delle sue differenze senza approfondire l'umanità che si nasconde dietro il suo rancore e i suoi atteggiamenti aggressivi.
La discussione si è particolarmente accesa sulle differenze che le culture islamiche hanno nel rapporto con le donne (ed ovviamente questo era uno dei punti chiave con cui l'America e le lettere di Oriana Fallaci razionalizzano la necessità del conflitto) e su come Terzani si mostri talmente pieno di comprensione verso questi paesi di fatto invasi dall'occidente che sembra quasi giustificare o addirittura apprezzare la Sharia stessa.
Alla fine ci siamo trovati tutti d'accordo quando è emerso chiaramente che nessuna guerra è fatta per migliorare i diritti dei cittadini/e di un paese, dietro ogni guerra si nascondono interessi economici privati.
Altro filone interessante sono state alcune riflessioni sugli avvenimenti del 11 Settembre, anche se non riferiti assolutamente nel libro, a tutt'oggi molti sono i dubbi su quello che è realmente accaduto in quella data, soprattutto in termini di responsabilità, alcuni di noi sono convinti che questa tragedia non è solo responsabilità di qualche terrorista arabo.
l'8 di Novembre ci siamo ritrovati per il consueto appuntamento per confrontarci sul libro "Lettere contro la guerra" di Tiziano Terzani.
Il libro ha riscosso un notevole successo tanto da meritare un bel 4 su 5 come voto.
Il successo si attribuisce non solo per i contenuti facilmente condivisibili (anche se con le dovute distinzioni di cui riferirò) ma anche per la prosa decisamente ricercata che è stata particolarmente apprezzata dal gruppo.
La ricetta di Terzani contro la guerra è la conoscenza, una conoscenza profonda del "nemico" che viene privato della sua umanità e rappresentato nella pienezza delle sue differenze senza approfondire l'umanità che si nasconde dietro il suo rancore e i suoi atteggiamenti aggressivi.
La discussione si è particolarmente accesa sulle differenze che le culture islamiche hanno nel rapporto con le donne (ed ovviamente questo era uno dei punti chiave con cui l'America e le lettere di Oriana Fallaci razionalizzano la necessità del conflitto) e su come Terzani si mostri talmente pieno di comprensione verso questi paesi di fatto invasi dall'occidente che sembra quasi giustificare o addirittura apprezzare la Sharia stessa.
Alla fine ci siamo trovati tutti d'accordo quando è emerso chiaramente che nessuna guerra è fatta per migliorare i diritti dei cittadini/e di un paese, dietro ogni guerra si nascondono interessi economici privati.
Altro filone interessante sono state alcune riflessioni sugli avvenimenti del 11 Settembre, anche se non riferiti assolutamente nel libro, a tutt'oggi molti sono i dubbi su quello che è realmente accaduto in quella data, soprattutto in termini di responsabilità, alcuni di noi sono convinti che questa tragedia non è solo responsabilità di qualche terrorista arabo.
sabato 14 settembre 2013
Prossimo Club del Libro: venerdì 8 novembre, h19:30; Lettere contro la guerra, Tiziano Terzani
Il prossimo appuntamento si terrà venerdì 8 Novembre 2013 alle ore 19 e 30 presso la pizzeria Pinsa's (Spaarndammerstraat 772, Amsterdam).
Leggeremo "Lettere contro la guerra" di Tiziano Terzani. In fondo a questa email una breve introduzione al libro.
gli altri libri proposti nel corso della serata:
- Massimo Gramellini: Fai dei bei sogni
- Francesca Petrizo: Memorie di una cagna
- Guido Morselli: Dissipatio hg
Buona lettura e alla prossima!
Breve descrizione del libro:
Lettere contro la guerra è un libro scritto da Tiziano Terzani, giornalista e scrittore, che raccoglie alcune delle sue lettere pubblicate sul Corriere della sera all'indomani dell'11 settembre 2001, in risposta anche alla lettera di Oriana Fallaci "La rabbia e l'orgoglio" sullo stesso drammatico evento pubblicata sullo stesso quotidiano il 29 settembre.
La prima riflessione che apre il libro è, paradossalmente, sull'eccezionale opportunità che un evento terribile ed epocale qual è l'11 settembre, offre a noi occidentali di ripensare il nostro futuro, partendo dall'analisi del nostro presente e della necessità di farlo con empatia, cioè vedere la questione anche dal punto di vista altrui. Perché questa è la chiave della comprensione senza la quale non può esserci giudizio, né rabbia né orgoglio.
Leggeremo "Lettere contro la guerra" di Tiziano Terzani. In fondo a questa email una breve introduzione al libro.
gli altri libri proposti nel corso della serata:
- Massimo Gramellini: Fai dei bei sogni
- Francesca Petrizo: Memorie di una cagna
- Guido Morselli: Dissipatio hg
Buona lettura e alla prossima!
Breve descrizione del libro:
Lettere contro la guerra è un libro scritto da Tiziano Terzani, giornalista e scrittore, che raccoglie alcune delle sue lettere pubblicate sul Corriere della sera all'indomani dell'11 settembre 2001, in risposta anche alla lettera di Oriana Fallaci "La rabbia e l'orgoglio" sullo stesso drammatico evento pubblicata sullo stesso quotidiano il 29 settembre.
La prima riflessione che apre il libro è, paradossalmente, sull'eccezionale opportunità che un evento terribile ed epocale qual è l'11 settembre, offre a noi occidentali di ripensare il nostro futuro, partendo dall'analisi del nostro presente e della necessità di farlo con empatia, cioè vedere la questione anche dal punto di vista altrui. Perché questa è la chiave della comprensione senza la quale non può esserci giudizio, né rabbia né orgoglio.
Incontro: La fabbrica dell'obbedienza
Cari amici,
in un piccolo gruppo, che ci ha riportato alle atmosfere dei primi incontri, ci siamo incontrati per parlare del romanzo La fabbrica dell'obbedienza di Ermanno Rea
Il libro non ha riscosso un gran successo ed infatti ha ottenuto una media di 2 su 5: il libro presenta una teoria interessante ma non del tutto nuova sull'influenza che il Vaticano ed in particolare la Controriforma ha avuto sull'italiano medio di oggi.
Pur presentando numerosi spunti di riflessione e citazioni di filosofi, poeti, scrittori e giornalisti italiani più o meno contemporanei il libro non ha saputo fornire argomenti solidi di discussione. Come ammesso dallo stesso autore il libro è uno sfogo e questa ammissione sembra essere un'apologia al lettore per un'opera che sembra mancare di struttura. Tanti spunti suggestivi da Giordano Bruno, al fascimo fino a toccare la contemporaneità con brevi citazioni di Berlusconi e Marrazzo, fino a tornare alle origini (quasi a creare un cerchio storico) con un ipotetico processo dell'Inquisizione a Caravaggio. Purtroppo questi spunti non sempre ben collegati fra loro non sembrano sufficienti a farci apprezzare questo saggio.
in un piccolo gruppo, che ci ha riportato alle atmosfere dei primi incontri, ci siamo incontrati per parlare del romanzo La fabbrica dell'obbedienza di Ermanno Rea
Il libro non ha riscosso un gran successo ed infatti ha ottenuto una media di 2 su 5: il libro presenta una teoria interessante ma non del tutto nuova sull'influenza che il Vaticano ed in particolare la Controriforma ha avuto sull'italiano medio di oggi.
Pur presentando numerosi spunti di riflessione e citazioni di filosofi, poeti, scrittori e giornalisti italiani più o meno contemporanei il libro non ha saputo fornire argomenti solidi di discussione. Come ammesso dallo stesso autore il libro è uno sfogo e questa ammissione sembra essere un'apologia al lettore per un'opera che sembra mancare di struttura. Tanti spunti suggestivi da Giordano Bruno, al fascimo fino a toccare la contemporaneità con brevi citazioni di Berlusconi e Marrazzo, fino a tornare alle origini (quasi a creare un cerchio storico) con un ipotetico processo dell'Inquisizione a Caravaggio. Purtroppo questi spunti non sempre ben collegati fra loro non sembrano sufficienti a farci apprezzare questo saggio.
sabato 6 luglio 2013
Prossimo Club del Libro: venerdì 6 settembre, h19:30; La fabbrica dell'obbedienza, Ermanno Rea
Il prossimo appuntamento si terrà venerdì 6 settembre 2013, alle ore 19 e 30, presso la pizzeria Pinsa's (Spaarndammerstraat 772, Amsterdam).
Leggeremo "La fabbrica dell'obbedienza", di Ermanno Rea.
gli altri libri proposti nel corso della serata:
-Frédéric Pagès - Cartesio e la cannabis
-Sergio Luzzatto - Partigia
-Hanif Kureishi - Il Budda delle periferie
Breve descrizione del libro:
Servili, bugiardi, fragili, opportunisti: il mondo continua a osservarci stupito e a chiedersi donde provengano negli italiani tante riprovevoli inclinazioni, tanta superficialità etica e tanta mancanza di senso di responsabilità. Colpa delle stelle? Del clima? Della natura beffarda che ci avrebbe fatti così per puro capriccio? In questo suo nuovo libro, sciolto e affabulatorio nella forma quanto ruvido e penetrante nella sostanza, Ermanno Rea ci guida alla ricerca delle origini stesse della "malattia", del suo primo zampillare all'ombra di quel Sant'Uffizio che nel cuore del secolo XVI trasformò il cittadino consapevole appena abbozzato dall'Umanesimo in suddito perennemente consenziente nei confronti di santa romana Chiesa. Dopo oltre quattro secoli, la "fabbrica dell'obbedienza" continua a produrre la sua merce pregiata: consenso illimitato verso ogni forma di potere. L'italiano si confessa per poter continuare a peccare; si fa complice anche quando finge di non esserlo; coltiva catastrofismo e smemorante cinismo con eguale determinazione. Dall'Ottocento unitario al fascismo, dal dopoguerra democristiano alla stessa dinamica del compromesso storico, fino alla maestosa festa mediatica del berlusconismo, "Mario Rossi" ha indossato la stessa maschera del Girella ossequioso. Saggio, pamphlet, invettiva, manifesto: un libro di straordinaria lucidità e saggezza, una riflessione che diventa sbrigliata ricognizione storica, atto di accusa, istigazione al pensiero.
Buona lettura!
Leggeremo "La fabbrica dell'obbedienza", di Ermanno Rea.
gli altri libri proposti nel corso della serata:
-Frédéric Pagès - Cartesio e la cannabis
-Sergio Luzzatto - Partigia
-Hanif Kureishi - Il Budda delle periferie
Breve descrizione del libro:
Servili, bugiardi, fragili, opportunisti: il mondo continua a osservarci stupito e a chiedersi donde provengano negli italiani tante riprovevoli inclinazioni, tanta superficialità etica e tanta mancanza di senso di responsabilità. Colpa delle stelle? Del clima? Della natura beffarda che ci avrebbe fatti così per puro capriccio? In questo suo nuovo libro, sciolto e affabulatorio nella forma quanto ruvido e penetrante nella sostanza, Ermanno Rea ci guida alla ricerca delle origini stesse della "malattia", del suo primo zampillare all'ombra di quel Sant'Uffizio che nel cuore del secolo XVI trasformò il cittadino consapevole appena abbozzato dall'Umanesimo in suddito perennemente consenziente nei confronti di santa romana Chiesa. Dopo oltre quattro secoli, la "fabbrica dell'obbedienza" continua a produrre la sua merce pregiata: consenso illimitato verso ogni forma di potere. L'italiano si confessa per poter continuare a peccare; si fa complice anche quando finge di non esserlo; coltiva catastrofismo e smemorante cinismo con eguale determinazione. Dall'Ottocento unitario al fascismo, dal dopoguerra democristiano alla stessa dinamica del compromesso storico, fino alla maestosa festa mediatica del berlusconismo, "Mario Rossi" ha indossato la stessa maschera del Girella ossequioso. Saggio, pamphlet, invettiva, manifesto: un libro di straordinaria lucidità e saggezza, una riflessione che diventa sbrigliata ricognizione storica, atto di accusa, istigazione al pensiero.
Buona lettura!
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