Prossimo incontro

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Prossimo Club del Libro: venerdì 6 marzo 2015, h.19:30, Canale Mussolini (Antonio Pennacchi), pizzeria Pinsa's, Spaarndammerstraat 772

domenica 3 luglio 2011

Prossimo Club del Libro - 2 settembre 2011 - Accabadora (Michela Murgia)

Carissimi,

Per il prossimo incontro, abbiamo scelto di leggere "Accabadora", scritto da Michela Murgia.
In chiusura a questo messaggio una breve introduzione al romanzo.

Venerdì 2 settembre 2011 alle 19:30, c´incontreremo presso la pizzeria Secchetti [Ten Katestraat 16, ad Amsterdam (1053 CE)] per parlarne.
In prossimità di quella data manderò un ulteriore messaggio per ricordare a tutti voi il nostro incontro.

Cerca su Facebook e iscriviti alla pagina dedicata al Club del libro (Amsterdam)
Visitando la pagina, potrai (ri)conoscere, contattare ed interagire con gli altri iscritti al Club, vedere il calendario dei prossimi incontri, i libri che abbiamo letto nel passato … e molto altro.

Il blog è uno spazio aperto alla tua partecipazione. Vuoi scrivere sul blog? Contattami e ti spediró le necessarie informazioni sul come fare.

Gli altri libri proposti nel corso della serata sono stati:

Le correzioni (Jonathan Franzen)
Imprimatur (Rita Mondaldi, Francesco Sorti)
Storia naturale di una famiglia (Ester Armanino)
Statale 17. Storie minime transumanti (Barbara Summa)
Il cimitero di Praga (Umberto Eco)
Le volpi vengono di notte (Cees Nooteboom)
Un amore dell'altro mondo (Tommaso Pincio)
Nessuno si salva da solo (Margaret Mazzantini)

Ad Amsterdam, puoi acquistare libri in italiano presso la Libreria Bonardi [Entrepotdok 26, (1018 AD) T: 020-623 9844, W: www.bonardi.nl, E: lb@bonardi.nl].
Comunica di far parte del Club del Libro ed otterrai uno sconto del 10% sul prezzo di vendita del nostro prossimo libro.

SCHEDA LIBRO

Titolo: Accabadora
Autore: Michela Murgia
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo di copertina: E18,00
Pagine: 164

Sintesi:
Maria e Tzia Bonaria vivono come madre e figlia. La loro intesa ha il valore speciale delle cose che si sono scelte. La vecchia sarta ha visto Maria rubacchiare in un negozio. Siccome nessuno la guardava ha pensato di prenderla con sé, perché «le colpe, come le persone, iniziano a esistere se qualcuno se ne accorge». Avrà molto da insegnare a quella bambina cocciuta e sola: come cucire le asole, come armarsi per le guerre che l'aspettano, come imparare l'umiltà di accogliere sia la vita sia la morte. D'altra parte, «non c'è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri a ogni angolo di strada».

Trama:
Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che a Soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli. Eppure è così semplice: Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno.
Quarta figlia femmina di madre vedova, Maria è abituata a pensarsi, lei per prima, come «l'ultima». Per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. «Tutt'a un tratto era come se fosse stato sempre così, anima e fill'e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia».
Eppure c'è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi. C'è un'aura misteriosa che l'accompagna, insieme a quell'ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. Quello che tutti sanno e che Maria non immagina. Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell'accabadora, l'ultima madre.
La Sardegna degli anni Cinquanta è un mondo antico sull'orlo del precipizio, ha le sue regole e i suoi divieti, una lingua atavica e taciti patti condivisi. La comunità è come un organismo, conosce le proprie esigenze per istinto e senza troppe parole sa come affrontarle. Sa come unire due solitudini, sa quali vincoli non si possono violare, sa dare una fine a chi la cerca.

Breve introduzione:
Con una lingua scabra e poetica insieme, Michela Murgia usa la forza della letteratura per affrontare un tema complesso senza semplificarlo. Trova le parole per interrogare il nostro mondo mentre racconta l'alfabeto elementare di «quando gli oggetti e il loro nome erano misteri non ancora separati dalla violenza sottile dell'analisi logica».

Al prossimo Club del Libro!

Alberto

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